20110705

Monte Bianco

il sabato la traversata classica da Punta Elbronner alla Aiguille du Midi: i satelliti imponenti, i crepacci che sono giganteschi rispetto a quelli delle alpi centrali visti quest'anno. Il Dente del Gigante con la quinta delle Grandes Jorasses che fanno da sfondo insieme alla Aiguille Verte ed alle cime a lato. Penso cempre che sia un bel casino scendere dalla Verte. Condizioni ideali, freddo, ancora molta neve, specie sulle creste (la Kuffner al Maudit sembra perfetta). Forse un po' troppo freddo a causa del vento, 40-50km/h ma se la temperatura è sottozero il windchill diventa fastidioso, specie quando si sale di notte. La cronaca la evito, comunque sia alcune riflessioni in ordine sparso: il Cosmiques pieno di guide alpine con clienti, tutti maschi ed un bus di Schio con gita sociale CAI al Tacul (per loro sveglia alle 3) Per noi sveglia alle 00.40 ma già mezz'ora prima c'era chi trafficava con frontali e borracce (mal sopporto l'irrequietezza degli altri in rifugio, di solito dormo bene e essere svegliato di continuo mi infastidisce). La cameriera del rifugio assomigliava a Neva ma un po' più atletica. Siamo gli ultimi a colazione complice una sola persona a servire che, per quanto ben organizzata, fa quello che può. Le guide "saltano" la coda senza ritegno. Salita al buio al Tacul, resto dietro ad una guida che fa un passo poco stancante, dopo 20 minuti mi lascia passare, forse non voleva che procedessi al suo medesimo passo? Giro un po' tortuoso per arrivare alla spalla, senza problemi, alle 4.10 aspettiamo Cristiano ed Enrico che sono già in ritardo: prendo un po' di freddo. Tossisco forte e sputacchio, ho qualche cenno di abbiocco e di giramento di testa, siamo a 4000m al buio ad aspettare due compagni, soffia una brezza gelida. All'attacco del Maudit si tirano indietro in due, Massimo ed Enrico, dopo altri 30' si tira indietro il mio Cristiano e Astrid sapendo che sarà molto lento. Andrea e l'amico Fabio procedono bene comunque hanno il fiato un po' corto. Dopo la crisi a 4000 complice il sole e non so cosa altro mi rimetto in forma, niente più nausea nè mal di testa, mi sento tutto energico, affronto il muro del Maudit (50 gradi per 80 metri, ben innevato) con buon vigore, sono gasato e contento. Astrid è tra due fuochi tra me e Cristiano che arranca, mi piacerebbe essere solo con lei per poterla fare con i nostri ritmi e con l'affiatamento che ormai è abituale in montagna. Dal col Maudit alla vetta c'è un saliscendi, il Mur de la Cote (che non è un muro ma solo un trattino un po' ripido che taglia il fiato dato che si è a 4500m di quota. L'ultimo tratto sono 300m per salire in cima alla calotta, metto Cristiano a fare il passo e me ne pento, ogni 30 passi si ferma, nei posti più impensabili (ad esempio controvento): diventano 300m faticosissimi con il passo sempre spezzato. Gli ultimi 50m Astrid ed io non resistiamo, acceleriamo il passo, trasciniamo Cristiano visibilmente stanco verso la cima. Foto di rito, anche Andrea è contento e ricordo la nostra gita al Dente del Gigante 25 anni fa. Il rientro è lungo, Cristiano per primo, poi Astrid e poi io che tengo anche tutta la corda lasciando solo Cristiano scende sulle tracce di salita, non taglia mai, non si fida oppure è troppo stanco, ci mettiamo più tempo del necessario per fare tratti che si potrebbe tagliare senza problemi. Il muro del Maudit sarebbe da scendere in piolet ma Andrea e Cristiano non sono in grado. attrezziamo due doppie/fisse per loro, ovviamente anche il Prusik è un problema. Io li calo con un mezzo barcaiolo in vita e fungo di ghiaccio per il primo tratto, più sotto c'è Astrid che ha allestito una doppia, purtroppo il pendio è più lungo e bisogna attrezzarne una seconda, io scendo in piolet per non ammassarmi con gli altri. Scendiamo sempre di più e Cristiano mi fa venire un po' il latte alle ginocchia, non so perché ma mi sento bene, poco stanco rispetto alla salita e abbastanza contento per come siano andate le cose. Arriviamo alle 14 al plateau sotto i Cosmiques con l'ultima funivia per il rientro in Italia alle 16 e ancora 250m di risalita alla aiguille du Midi. Sul ghiacciaio Cristiano toglie ramponi e scarponi per poter levare i pantavento... no comment. Mi metto alla guida della cordata e riesco in 1h a portarli alla midi costringendoli a superare un paio di cordate: alle 15.30 siamo agli ovetti e rientriamo in Italia. Andrea è appena dietro di noi sul secondo gruppo di ovetti. Bella gita per ambiente e giornata. Troppe guide sulla via e praticamente nessuna cordata di alpinisti indipendenti tranne noi. L'aiguille du Midi ed anche la parte italiana mi sembrano sempre più un circo della montagna, guide dappertutto, tendine quà e là, un posto rinomato e preso d'assalto dagli alpinisti con unica via d'accesso la funivia (a meno di non essere masochisti) e, soprattutto, un portafogli gonfio. Non so se è il posto dove c'è l'alpinismo che piace a me, comunque le montagne sono bellissime. Non credo il Monte Bianco sia una cima da frequentare per le vie normali, forse ancora una volta con gli sci ma credo ci siano posti meno conosciuti e meno frequentati che meritino la visita più di una cima affollata e stranota. Rimane l'emozione della vetta e la giornata spettacolare per meteo senza nuvole e condizioni perfette.

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