20181123

Letture estive

questa estate è stata in Grecia, viaggio itinerante con 1600km, molti siti archeologiche storici visti, qualche spiaggia, belle esperienze papillari con la cucina locale.
Tra un tragitto e l'altro e nella lunga trasferta in nave hai potuto leggere più del solito.
Amazzonia è stato un flop, la peggior lettura da molto tempo. Pensavi di ritornare al Chrichton di Congo ma in salsa sud americana, hai trovato, invece, un romanzetto prevedibile e banale, scritto in modo semplice, troppo. Plot prevedibile e noioso dove i cattivi sono più cattivi dei fumetti e i buoni sono più buoni e generosi di babbo natale. Finale con vendetta e melassa. Nessuna traccia della vera foresta amazzonica, quella di fitzcarraldo e del Cuyabeno che hai visto; al suo posto una paccottiglia di luoghi comuni.

Secondo posto per il turbante e la corona, scritto dall'inviato in Iran del sole24h. Racconta bene e con dovizia le vicende storiche dell'Iran e degli ultimi 30 anni di potere, arrivando alla vigilia dell'ultima elezione. Forse troppo focalizzato sugli eventi e sulle fazioni religiose quello che hai compreso è come tutti i diversi regnanti siano sempre stati uccisi (tranne gli ultimi due) e che la religione è un cancro che mina la base democratica del paese. Ovviamente le ragioni economiche di caste e oligarchie sono vincolate agli aspetti religiosi, come è lecito immaginare. Ti rimane la curiosità di visitare il paese da una storia millenaria e con un popolo che è sicuramente fiero e con molte sfaccettature anche se profondamente ignorante: ci sono solo le scuole islamiche e i liberi pensatori sono soltanto quelli che sono andati all'estero e sono rientrati.

Una bella lettura è stata l'illuminate Dambisa Moyo e il suo la carità che uccide dove la brillante economista esprime tutti i suoi dubbi sugli aiuti occidentali ai paesi africani individuando questo flusso come il vero cancro del continente. La Moyo propone anche le ricette per i paesi africani su come rinunciare agli aiuti e riprendersi, rapidamente, e incominciare a crescere. Tu speri che abbia ragione, l'Africa è davvero pronta per riprendersi e iniziare a svilupparsi. Per prima cosa deve liberarsi dai dittatori e dalle loro oligarchie, la soluzione migliore sarebbe l'elezione di nuovi politici illuminati e innamorati più del proprio paese che di se stessi. Per seconda dovrebbe venire una riscossa economica possibile solo con la creazione di una classe media imprenditoriale. Speri di poter vedere nei prossimi decenni lo sviluppo di un'economia africana indipendente dagli aiuti e che si smarchi dalle grandi aziende. Forse è un utopia, ma i tempi cambiano molto rapidamente.

Con Vineland di Thomas Pynchon hai ripreso a leggere gli americani che ami. Non è più beat generation ma scrittori maturi come Bellow e Delillo. Pynchon è più criptico e sarebbe bello da leggere in inglese. Dalla traduzione traspare la sua prosa netta e articolata, come un disegno a china, ma ramificato che sta su una struttura generale brillante. Il romanzo che racconta il fallimento della (breve) epopea hippie in una California trasformata in una gigantesca farsa di guardie e ladri, spionaggi veri, falsi presunti, furbetti che prendono sussidi per dare informazioni vaghe su presunti (ex)sovversivi. Un Pincheon che distrugge, al solito, la forma narrativa solo per ricrearla in un modo diverso, meno usuale ma, ormai, nemmeno più tanto sorprendente. La traduzione limita il piacere e l'abilità di scrittura che traspare ma non in modo completo, cosa comunque impossibile (sarebbe da 4 stelle ma ne perde una per questo motivo). I riferimenti alle musiche ed ai personaggi degli anni 60 sono presenti e aiutano ad orientarsi a chi, come me, non era nemmeno nato. Consigliato agli amanti dell'autore e a chi vuole avere un ritratto degli anni 60 e di cosa portò alle situazioni di una generazione sotto una luce diversa ed una prosa brillante.

Scrittura cuneiforme è un breve romanzo ambientato in Iran

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