20101021

Da zona Washington a zona Villapizzone

La zona in cui abito ora è molto diversa. Prima ero quasi in centro, mammine in completi max mara consumavano caffè rigorosamente Illy in bar opulenti con camerieri condiscendenti in divisa. Al mercato varie signore truccate si lamentavano degli immigrati in coda dal solito verduraio arabo. Adesso è tutto multietnico: c'è il kebab turco (aperto dalle 11 alle 01) e non più l'enoteca con happy hour, il bar gestito da famiglia cinese (open 6.00 - 01.00) con le brioche della Bindi e non più la pasticceria con cameriera ucraina sottopagata. La tintoria è gestita da un cinese cicciottella che parla poco italiano e non più dall'ultras interista con tanto di catena d'oro e tatuaggio. Di fonte a me un terzetto di ragazze ucraine fuma sul balcone in maniche corte e infradito anche con 10 gradi e le campane della chiesa segnano le ore, per fortuna solo quelle della messa: i parrocchiani e le parrocchiane passano pochi minuti dopo vocianti nella strada su cui si affacciano le finestre dello studio. Insomma sono passato dalla zona bene alla zona popolare e ne sono contento. Trovo ci sia meno diffidenza e più apertura, vedremo se nei prossimi mesi questa sensazione è supportata anche dai fatti.

Intanto sul mercato rionale (due volte la settimana) comincio ad avere i miei riferimenti: il pescivendolo mi ri-conosce come cliente abituale: prima lavorava sull'altro mercato e si ricorda di me, un banchetto di giovani marocchini mi ha servito bene e senza barare, correggendo il mio accento egiziano :-/
Insomma è un tessere una rete di riferimenti e di contatti, un riconoscere chi può essere d'aiuto e chi è disponibile. E' anche una dimensione nuova, che preferisco.

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