20101202

Qualche giorno fa leggevo del minimalismo, cioè dell'accontentarsi di "avere abbastanza". Per scelta o per necessità si cerca di abbassare le pretese, spesso indotte da pubblicità, media amici e dalla società in generale che vive e sopravvive sul consumismo. Il modello consumistico è superato, lo dimostrano coi fatti i tanti scandali e il divario crescente di ricchezza nella scala dei redditi. Oggi, tornando dal mercato rionale, pensavo alla mia nonna che si accontentava di avere abbastanza, che era contenta quando aveva qualcosa in più, in un modo che non riesco a descrivere. Se io ricevo un regalo oppure riesco a risparmiare per comprarmi qualcosa, alla fine sono meno contento di quanto non lo fosse lei. Ho sempre un piccolo rimpianto: avrei potuto avere (avere!) qualcosa di meglio, la mia soddisfazione (il mio ego) non è completa. Bisogna imparare ad "accontentarsi": già la parola in sé da un sapore di sconfitta, di ridimensionamento. Ma, forse, non è così: bisogna imparare a godere appieno di quanto ci è dato e di essere felici con quello che si ha (e si è) al presente.

Etichette: