20190601

Zio Riccardo

Ecco, fischia acuto sul sentiero, sta richiamando Federico e Raffaela che chissà dove si sono cacciati, anche Serena non c'è. 

Adesso sono con Federico a costruire una diga "immensa" sul solito ruscello di fianco a dove abbiamo consumato il pranzo al sacco, serve ancora una pietra per completare l'opera di ingegneria: tutti i genitori paiono dormire, ma ecco che zio Riccardo di alza e ci aiuta. Grazie zio adesso il ruscello è sbarrato alla perfezione, che grande lago che è venuto.

Quel caminetto in montagna pieno di attrezzi da alpinismo: come lo ammiravo, noi non avevamo niente del genere era tutto in cantina, lo zio aveva usato tutti quei chiodi e la corda. E poi quello zaino pesantissimo da cui uscivano attrezzi meravigliosi pieni di storia: una pistola lancia razzi, una torcia, una borraccia rossa tua ammaccata. La mia prima borraccia la volli uguale a quella, però la trovai solo di colore arancione. Anche il mio primo coltellino svizzero, lo comprai uguale al suo, quello medio con il pela-aranci, lo stuzzicadenti e il cacciavite, che è sempre utile. Anche la prima giaccavento comperata con i risparmi è uguale alla sua, avevo 17 anni e la Fila bianca con le toppe rosse era "mitica": si sporcava subito perché la mettevo anche in città, ma come mi sentivo già un alpinista come lo zio solo avendola indosso.

E poi quel garage in corso Quintino Sella e quella cantina: c'era il ping pong e poi meandri segreti in cui lo zio sapeva sempre dove trovare quello che gli serviva per effettuare il lavoretto di casa del momento. Ecco, con piglio un po' severo mi diceva dove andare a prendere le chiavi inglesi o un martello particolare: avevo paura di non trovarlo e, invece, le sue lunghe indicazioni si rivelavano sempre precise, perfette.

Ecco lo zio che fa una foto con quella strana macchina che pare un microscopio, è pesantissima ma le foto sono più belle di quelle di papà, sono quadrate.
Zio Riccardo che in tutte le foto si mette di tre quarti e guarda verso l'orizzonte infinito delle montagne, delle sue montagne. Era un amore incondizionato il suo ed anche io amo le montagne. Avevamo lo stesso amore e lo sapevamo.



Ciao zio ti saluto da una montagna la prossima volta che arrivo in cima, spero di esserti un po' più vicino e che tu possa sentirmi.


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