20121107

Ebrezza sportiva

Era dal 2009 che non toccavi l'acqua clorata; dopo l'incidente e la necessità di riprendere la funzionalità dell'arto ti eri fatto una indigestione di vasche e di esercizi ritornando in buona forma. Prova ne fu il riuscire a mantenere gli esercizi della squadra agonistica di Meinz con cui condividesti una parte di corsia nell'Agosto di quell'anno.
Poi un lento declino accidioso, forte dell'attività in montagna e poco attratto dal dover cambiare lo specchio d'acqua in ragione del trasferimento nella nuova casa a Villapizzone. Nel frattempo hai preso qualche chilo, qualcuno l'hai anche perso durante l'attività sci alpinistica ma ormai non sei più negli anni verdi e la tendenza si sa qual è.
Oggi, grazie ad una combinazione di fattori astrali, hai rimesso cuffia e occhialini: grazie ai prati verdi ed alla bella giornata autunnale che chiamava la biciclettata fino alla piscina, alla voglia di riprenderti quella padronanza del corpo che avevi trascurato, senza ragione plausibile, per più futili incombenze.
Le prime vasche sono state difficili, la bracciata non c'era, il respiro nemmeno. Poi, poco a poco, hai ri-preso confidenza con l'elemento liquido. Va bene, non c'è ancora la continuità del tempo che fu, ma almeno hai ripreso. L'ebrezza di sentire l'acqua che scivola intorno a te mentre spingi con tutto il corpo, la fluidità che ti carezza ma che ti si oppone, sensazioni che avevi quasi dimenticato; e poi, dopo, quella spossatezza nelle membra che sa di salute e di voglia di agire, quasi l'avevi dimenticata. In montagna è un'altro tipo di attività, meno fine a sé stessa.
52 vasche che sono scivolate via in fretta, in quasi totale solitudine, con i pensieri agli ultimi avvenimenti personali, alle prospettive di lavoro, a qualcosa che non c'è ancora ma speri arriverà. Hai perso un pranzo con il prato ma hai riguadagnato il piacere dell'acqua.

Musica: Joahannes Sebastian Bach, Kantaten BWV97 und 152
Nel piatto: taralli, olive e peperoncini piccanti

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