20071002

Volevo parlare della libertà di gay e lesbiche di dimostrare il proprio affetto in pubblico senza sentirsi emarginati o peggio disprezzati. La battuta solita è "hai visto quei/quelle due mano nella mano.... che schifo!". E' già questo il primo sintomo del razzismo in ciascuno di noi, inevitabile. Nei miei ragionamenti avevo trovato Amsterdam, visitata quest'estate, molto più libera di Milano ma mi sono dovuto ricredere. Forse a Milano c'è meno ostentazione e più voglia di intimità (o forse è la società italiana profondamente cattolica che genera questi atteggiamenti) ma mi è capitata una cosa strana. Ero in Largo Corsia dei Servi che aspettavo un cliente e stavo telefonando e mettendo a posto le carte nella borsa sul muretto del piccolo giardino (se così vogliamo chiamarlo), quando, in modo un po' inaspettato, mi sono accorto di due teenager che si stavano scambiando tenerezze ed effusioni a qualche metro da me. Fin qui nulla di male, ma dopo un attimo mi sono accorto che erano due ragazze, capelli cortissimi e modi un po' da maschiaccio (come molte quindicenni), piercing alle orecchie e sul sopracciglio (glielo invidio un po' ma il dolore di farlo ed il mestiere di ingegnere mal si coniugherebbero). Sono rimasto interdetto, non sapevo se andare via, ma sarei stato come molti di quelli che si scandalizzano o si vergognano dell'esistenza dell'amore lesbico; allora sono rimasto, imbarazzato ogni tanto sbirciando, tra una telefonata e l'altra (il cliente è arrivato con molto ritardo). Bhè le due ragazze erano davvero molto innamorate, mi sono ricordato di quanto fosse bello baciare a quindici anni e di come i baci di oggi non abbiano più lo stesso spensierato sapore. Per loro non c'era nient'altro che l'altra ed il desiderio, e la passione. Mi sentivo un po' intruso ma ero anche contento che potessero baciarsi così, in centro, fregandosene di tutto e di tutti. Fossero arrivati due carabinieri le avrebbero forse arrestate? Loro sono andate via ed il cliente è arrivato.

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